Scendendo nel sottosuolo di Canelli si apre un mondo sorprendente: chilometri di gallerie scavate nella pietra, con volte in mattoni e un silenzio custodito dal tempo. Sono le “Cattedrali Sotterranee”, luoghi dove, fin dalla seconda metà dell’Ottocento, ha preso forma la storia dello spumante di Asti. Qui, fra botti, bottiglie riposte nelle rastrelliere e pareti di mattoni a vista, le intuizioni dell’enologo Federico Martinotti diedero inizio a un’importante innovazione nella produzione dello spumante, successivamente affinata dal metodo Charmat.
Ma è anche in superficie che il territorio racconta la sua identità: distese di vigneti ordinati, filari che seguono le curve delle colline con eleganza geometrica, testimonianza viva del lavoro dell’uomo e della sua capacità di armonizzarsi con la natura.
Il Moscato Bianco, coltivato da secoli sulle colline di astigiane in Piemonte, ha trovato qui le condizioni ideali per esprimere tutta la sua aromaticità. È da queste uve che nasce l’Asti Spumante, simbolo di gioia e raffinatezza, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.
Il successo del vino ha progressivamente trasformato questo territorio, un tempo a vocazione policolturale, in uno dei poli produttivi più importanti della viticoltura italiana. Canelli, con le sue aziende vinicole storiche, le cantine, le industrie spumantiere e l’inestimabile patrimonio sotterraneo, ne è la capitale.
Comune di impianto medievale, la città si sviluppa in due nuclei: Villanova, cresciuta intorno alla struttura fortificata originaria, e il borgo, che si distende attorno al castello. Anche l’architettura urbana, come il paesaggio agricolo, riflette l’adattamento costante ai ritmi e alle esigenze della produzione vinicola.
Oggi Canelli e l’Asti Spumante rappresentano molto più di un’eccellenza produttiva: sono la sintesi di un sapere antico, di una cultura del fare che si rinnova di generazione in generazione, tra le luci delle colline e le ombre preziose delle sue cattedrali sotterranee.